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punto handy con Francesca Pieretti
Lettera Aperta puntohandy

 

Benvenuti nel sito Punto Handy attraverso il quale Francesca Pieretti aveva dedicato molto tempo all’informazione e alla realizzazione di servizi sui problemi della disabilità con impegno tenacia determinazione.  Fin dal tempo universitario si era occupata dei diritti e dell’inserimento sociale e lavorativo di chi vive i problemi della disabilità costatando che spesso il diritto formale non viene applicato o viene applicato solo in parte sul piano sostanziale .Dopo che Francesca è venuta a mancare abbiamo voluto continuare il suo lavoro che aveva intrapreso fin dal 2003 anno europeo della disabilità proprio perché il suo lavoro non venisse vanificato.
E  riprendendo le sue parole : “è la disabilità che crea il presupposto per l’handicap in quanto esso si realizza ogni qual volta l’ambiente in cui vive il disabile interponga barriere architettoniche, legislative ,psicologiche e socio-culturali che gli impediscono il normale inserimento sociale. E’ importante far valere la legislazione esistente in quanto non esistono le persone disabili ma esistono le persone, i singoli ognuno con la propria realtà e con personali aspettative di vita e diversi livelli di cultura.”
Spesso le famiglie con un familiare che ha delle difficoltà si trovano spesso sole, disorientate tra mille difficoltà ecco perché vogliamo continuare sulle attività intraprese da Francesca e riprendendo un’affermazione che aveva scritto solo pochi giorni prima che venisse a mancare, al compimento del suo quarantesimo compleanno “ La soddisfazione più grande attraverso il mio lavoro –è scoprire, ogni tanto che le mie parole hanno aiutato qualcuno a vivere meglio”
Il conseguimento delle pari opportunità richiede un impegno forte e costante nel tempo e le associazioni di promozione sociale giocano un ruolo primario.

 

La presidente Cacini Fedora puntohandy.com

immagine punto handy per sito 1 pagina.j
 
 

Francesca PIeretti

Cari amici,

vogliamo in questa sezione riportare la lettera che Francesca aveva scritto pochi giorni prima di  lasciarci, al compimento dei suoi 40 anni.

Riflettendo sui miei 40 anni. Ci sono arrivata anch’io. Quarant’anni un’età che, quando frequentavo la scuola elementare mi sembravano lontani quasi inconcepibili.

Solitamente si fa un bilancio e proprio in questi giorni mi sono fermata un attimo a pensare. A pensare a quante cose ho fatto e quante ancora ne restano da fare a quante belle persone ho conosciuto nel corso di questi anni  e  quante di queste si siano fermate accanto a me  e quante di queste si siano perse, selezionate dagli eventi e dal corso della vita che ci porta prima o poi a fare delle scelte e  scegliere sempre e solo per il nostro bene e perché no anche per gli altri. Voglio vedere il bicchiere mezzo pieno, voglio pensare che per ogni errore fatto c’è  stato qualcosa di buono che ho seminato, per ogni occasione mancata ce ne stata una che ho colta, per ogni dolore c’è stata una gioia. Ho attraversato anni di battaglie,  di vittorie e di sconfitte  facendo i conti con la disabilità che il destino mi ha assegnato, ma anche cercando di trovare il meglio delle opportunità che il cervello e la vita mi hanno posto davanti. Prima di arrivare a costruire l’autonomia l’indipendenza, un progetto di vita ,la scuola, gli amici, l’università, l’impegno sociale e  nel volontariato e persino la politica e infine un lavoro che hanno caratterizzato questi anni difficili ma sempre con lo spirito di ricominciare ogni volta. In questi anni ho affrontato  sguardi scettici, ma anche sorrisi e strette di mano, ho viaggiato e confrontato, ho incontrato migliaia di persone disabili e non e ho avuto la fortuna di incontrare teste lucide e coraggiose che mi hanno spronato a dedicarmi per quanto possibile a diffondere una buona e onesta cultura dei diritti e della normalità di vita . La soddisfazione più grande attraverso il mio lavoro è scoprire ogni tanto che le mie parole hanno aiutato qualcuno a vivere  meglio . Non credo nella felicità lontana e non è ciò che cerco piuttosto ambisco a quella salute e serenità  quotidiana e trovo che il modo migliore per tentare di vivere in questo mondo sia essere sempre e comunque se stessi pensare e agire sempre con la propri testa. Non voglio favoritismi ma desidero opportunità. Desidero considerare il mio handicap un motore dove non si conoscono i suoi limiti e dove nulla vieta di provare a conoscere l’ebbrezza della velocità che non si calcola in chilometri orari ma in centimetri annui rubati alla disabilità. Una potenza che non si misura in cavalli ma in determinazione di una ripresa che non si assapora in qualche secondo , ma in solo respiro, e poi ammirare quella carrozzeria che circonda quel motore e scoprirla armoniosa, completa ed efficiente  come lessi una volta in un libro questo è  il primo giorno del resto della mia vita.

, Punto Ha

 

La Presidente Fedora Cacini

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“La disabilità non è una coraggiosa lotta o 'il coraggio di affrontare le avversità'. La disabilità è un'arte. È un modo ingegnoso di vivere.”

 

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“Disabilità non significa inabilità. Significa semplicemente adattabilità.”

CHRIS BRADFORD

“La disabilità è una questione di percezione. Se puoi fare anche una sola cosa bene, sei necessario a qualcuno.”

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Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L'altro è pensare che ogni cosa è un miracolo.

 

(A.Einstein)

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